Il Governo, nella Legge di stabilità ha pasticciato sulle risorse per i contratti, ma si può sempre rimediare in Parlamento.

L’analisi parlamentare della Legge di stabilità ha appena iniziato il proprio iter ma ha già arroventato il clima per i suoi contenuti ed in particolare per la questione delle risorse per i contratti di lavoro del pubblico impiego. Sulla questione, nel corso di un convegno sul lavoro alle dipendenze delle  Pubbliche  amministrazioni della FSI (Federazione Sindacati Indipendenti)  è intervenuto il Segretario generale, Adamo Bonazzi , che ha dichiarato: 

“Il Governo, sulle risorse per i contratti, nella Legge di stabilità ha pasticciato, ma si può sempre rimediare in Parlamento. L’articolo 27 va completamente riscritto e le risorse  inserite debbono servire a sanare il vulnus che si è creato nelle relazioni sindacali (vulnus che è stato sancito con  una sentenza della Corte Costituzionale che  condanna il Governo a rinnovare i contratti dal    luglio 2015;  e ciò dopo un blocco, arrivato alla vigilia dei rinnovi,  che ha avuto  una portata persino superiore alla valenza della norma). I 300 milioni di euro, con decorrenza 1 gennaio 2016,  debbono servire a sanare quel vulnus e consentire il rinnovo contrattuale del Triennio 2013-2015, nei comparti esistenti in cui la rilevazione della rappresentatività è già stata sancita con un accordo approvato dal Governo Italiano e dalla Corte dei conti. Per il triennio successivo (2016-2018)  ci penseremo dopo. In fin dei conti l’avvocatura dello stato ha riconosciuto e quantificato in 32 Miliardi il danno subito dai lavoratori delle Pubbliche amministrazioni centrali e locali. Ho già avuto modo di dire che è una manovra ingiusta ma è pur vero che  il Parlamento è ancora in tempo per aggiustare il tiro e metterci qualche toppa.” 

Ufficio Stampa

 

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