Gli ordini accontentano Bersani ed aggiornano i codici deontologici

Gli ordini aggiornano i codici deontologici al decreto sulle liberalizzazioni

È scattato nei giorni scorsi l'obbligo di allinearsi al dl 223. Ma su pubblicità e tariffe sanzioni se ledono la dignità. Almeno formalmente, i consigli nazionali dei professionisti hanno tutti adeguato il loro codice deontologico ai diktat del decreto Bersani che ha dato la scossa al paludato mondo delle professioni. Con un solo articolo ha cancellato le tariffe minime, il divieto di pubblicità, ha aperto alle società multi professionali. E, per evitare che tramite la deontologia, cioè quelle norme adottate dalla stessa categoria per disciplinare i comportamenti degli iscritti agli ordini, si potessero by passare le novità della liberalizzazione, lo stesso decreto 223 aveva stabilito che i consigli nazionali avrebbero messo in regola i loro codici deontologici improrogabilmente entro il primo gennaio 2007, sanzionando il mancato adeguamento con la nullità di diritto delle regole in contrasto con le nuove disposizioni.

I Consigli nazionali si sono mossi per tempo e si sono messi in regola oppure sono convinti che non ci sia nulla da modificare ritenendo che già i codici fossero in linea con il Bersani pensiero. Così è, per esempio, per i dottori e ragionieri commercialisti e per gli agrotecnici. I periti industriali, invece, hanno deciso ´modifiche marginali', visto ´che già prima del decreto Bersani prevedevamo delle tariffe solo indicative per gli iscritti', ha sottolineato il presidente Berardino Cantalini. Anche per i geometri si tratta di piccole variazioni, messe a punto il prossimo 19 dicembre. Già l'anno scorso, infatti, la categoria aveva adottato un nuovo codice deontologico, che prevedesse quanto poi scritto nel Bersani. Unico aspetto da ritoccare, il riferimento alle tariffe. Notai e ingegneri hanno fatto la loro parte e anche gli avvocati sono arrivati all'appuntamento con una delibera del 14 dicembre.
Se tutti, dunque, hanno adempiuto all'obbligo, più difficile al momento è capire che livello di adesione sostanziale è stata assicurata alle disposizioni di Bersani. Un esempio per tutti. Il Consiglio nazionale forense a sì rivisto le regole deontologiche ma in una formulazione destinata a fare da argine ´alla liberalizzazione selvaggia': le norme si pubblicità e tariffe, per dire, rimarranno. Il codice degli avvocati, in buona sostanza, continua a indicare che cosa di deve e cosa si può indicare nei messaggi pubblicitari. E indica che comunque, anche a liberalizzazione delle tariffe imposta per legge, il compenso dell'avvocato dovrà comunque essere proporzionato all'attività svolta. In questo modo, gli ordini potranno comunque attivare un controllo sulle iniziative degli iscritti, continuando a sanzionare quelle che comunque a loro avviso ledono la dignità e il decoro degli avvocati. A questo punto, il compito di controllare che tutto fili secondo quanto ha voluto il governo spetterà alla autorità garante della concorrenza e del mercato guidata da Antonio Catricalà. Che è certo non farà passare lisce decisioni che segnano regressione rispetto alla linea Bersani.

 

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